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CD / DVD

DIAPASON - The San Bernardino Project

Christoph Haas: framedrums, tubular bells, tambura, berimbao, gong,  percussion
DVD Audio in 24-bit technology, 5.1 surround
DVD Video with meditative picture sequences of the Chiesa Rotonda di San  Bernardino (Switzerland)

German multiinstrumentalist Christoph Haas converted harmonical spatial  dimensions into sounds and rhythms

Video-sample (real-player, 18 MB)

 
  

Sacred Space - Sacred Sound

Christoph Haas: tamburi a cornice, tubular bells, tambura, berimbao, gong, percussion
Stephanie Haas: voice (6, 12)

durata 54:55
registrazion: agosto 2002, Chiesa Rotonda, San Bernardino/Switzerland

 

 

La presente registrazione tematizza il rapporto tra numero e forma, spazio e musica, proporzioni architettoniche e musicali. Lo spazio è il fondamentale componente della musica. Egli decide il tempo e il tessuto musicale. Soltanto il suono dà allo spazio un tempo. Nella Chiesa Rotonda di San Bernardino (Grigioni) abbiamo trovato lo spazio ideale: una chiesa, costruita nell'eredità architettonica greco-romana del tempio rotondo e ispirata alle costruzioni a pianta circolare del Palladio. Notevole architettonicamente l'abbondanza di rapporti di misura pieni, e perciò musicali. Le qualità acustiche sono straordinarie: la chiesa funge da grande spazio di risonanza, amplificando di molto ogni suono in volume e durata. Lo spazio acustico si allarga quasi all'infinito, sorpassando lo spazio architettonico. Questo spazio richiede una musica ascetica, una musica che non ha fretta, che dà ai suoni il tempo di svilupparsi e finire.

Quello che la musica è per il tempo, è l'architettura per lo spazio: Vitruvio (1. secolo a.C.) tramandò la scienza delle proporzioni degli antichi. Agostino (354-430) vede nel numero la forza formante di misura e ordine, sorgente di pienezza e bellezza estetica. L'estetica architettonica del Rinascimento si riferisce esplicitamente all'antica scienza delle proporzioni. Leonbattista Alberti nota che gli stessi numeri per i quali il rapporto reciproco delle voci risulta per gli uomini particolarmente piacevole, sono gli stessi che occhi e spirito riempiono di meravigliosa gioia. Più tardi Goethe descrive l'architettura sacra come musica silente. Schelling parla delle cattedrali come di musica congelata.

Music-samples
Ala   581 KB, 0:36 Min.  
Dodici 1927 KB, 1:15 Min.  
Pian San Giacomo 1207 KB, 0:49 Min.  
Diapason 1790 KB, 1:32 Min.  
Oktos 1375 KB, 0:52 Min.  
Lux Stellarum 1500 KB, 1:23 Min.  
 
SAN BERNARDINO Il progetto "Diapason" di Christoph Haas
II ritmo dell’architettura entra nella Chiesa Rotonda

Per i Pitagorici la proporzione l a 2 rappresentava il rapporto numerico e armonico perfetto. Musicalmente questo rapporto corrisponde all'intervallo di un'ottava, e ritmicamente al tempo doppio. La Chiesa Rotonda di San Bernardino, quell'edificio neorinascimentale nato dall'ereditä architettonica grecoromana del tempio rotondo e ispirata alle costruzioni a pianta circolare del famoso architetto italiano Palladio, presenta tali proporzioni perfette. Ad accorgersene e stato il musicista di fama internazionale Christoph Haas, da sempre interessato a coniugare musica e architettura, due arti strettamente collegate. Germanico di Stoccarda, il percussionista cresciuto ascoltando Bach e iniziato fin dalla tenera età alla musica classica, si e imbattuto «per caso», nel corso di uno dei suoi viaggi in territorio elevetico, nella chiesa, restaurata oltre vent'anni or sono dall'architetto Fausto Chiaverio di Mesocco. Dopo aver "studiato" e ripreso nei dettagli e con tecniche avanguardistiche, per una settimana intera nell'estate 2002, l'acustica e l'architettura dell'edificio sacro con l'aiuto di un tecnico del suono e di un cineoperatore, l'artista ha creato musiche e immagini (in DVD), che tematizzano questo rapporto tra numero e forma, tra spazio e musica. "Diapason", cosi e intitolata l'opera firmata da Haas, significa emblematicamente "attraverso tutto" ed e l'espressione usata dagli antichi greci per designare l'ottava musicale. «Ho creato la musica che "racconta" questo spazio», ha spiegato il musicista in conferenza stampa a San Bernardino. La musica, certo, può essere recepita a due livelli: a un primo stadio, ascoltata anche da chi non e esperto, piace oppure non; in seguito può essere capita, con implicazioni suoi rapporti, in questo caso con le proporzioni spaziali. Che "Diapason" piaccia, e in seguito venga capito, può acquistare il DVD o il CD (R.M.)

Giornale del Popolo, 6.8.04


Lilium

Hildegard von Bingen scrisse canti liturgici. Antifone, risposte, sequenze, inni. Le donne del convento possono ora vivere la loro spiritualita' attraverso il canto. Dal punto di vista tematico, si concentra su argomenti cruciali che sostengono la vitalita' e la creativita' della vita spirituale. Uno di questi punti cardine e' Maria. Hildegard le dedica 16 canti.

Hildegard e' il perfetto essere umano benedetto, luminoso, sano. Aiuta le donne sulla collina rupert ad esprimere la loro vitalita', rendendo possibile il contatto tra la vergine benedetta e le donne del 12 secolo, le quali ancora oggi riescono ad attirare la nostra attenzione. Gli uomini, dice Hildegard, cercano la voce dello spirito vivente. Quindi diventano angeli che riflettono la luce della vita di Dio, e allo stesso tempo sono puro suono. Gli uomini, cantando, si ricollegano alla fonte della propria inviolata interezza. I canti di Hildegard svolgono dunque anche un'azione terapeutica e rivelatrice.

La sua poesia e' esperienza di vita concentrata. Le melodie hanno origine dai canti gregoriani ma allo stesso tempo l'intensa espressivita' dei suoi canti e' impregnata della sua personalita' visionaria, uno stile personale distinto radicato nel 12 secolo. La varieta' dei canti di Hildegard richiede non solo l'impiego di un'eccellente tecnica vocale, ma anche una profonda comprensione della loro struttura.

Grazie ad una profonda comprensione delle parole di Hildegard, Stephanie Haas e' l'interprete ideale di questi canti. Nella sua interpretazione, gli accenti musicali coincidono naturalmente con l'accentuazione del testo scritto, rendendo evidente dove Hildegard intendeva enfatizzare con la linea melodica punti tematici cruciali dei testi. Dove collegava musicalmente singole affermazioni del testo si genera un nuovo significato, in contrasto con i modelli teologici tradizionali, presentandoli in una nuova luce.

La regola di Benedetto seguita da Hildegard, dice che nella preghiera cantata il nostro spirito e la nostra voce dovrebbero essere in armonia, un unisono che benedetto vorrebbe venisse raggiunto nei nostri cuori. In questa registrazione, Stephanie Haas rende percettibile la realizzazione acustica di questo approccio.

Come testimoniato da una lettera dell'ultimo segretario di Hildegard, Guibert de Gembloux, i suoi canti erano rappresentati nel convento con accompagnamento musicale. Stephanie e Christoph Haas hanno scelto un concetto che pone i canti in un contesto di strumentazione interpretativa. In questo concetto (che si allontana dagli approcci tradizionali), gli strumenti non sono ne' una cornice, ne' un aggiunta decorativa. Sono una parte sostanziale della rappresentazione.

Christoph Haas crea il suo intervento strumentale in modo analogo allo stile compositorio di Hildegard von Bingen. La sua scelta di strumenti e ritmi da' suono alla comprensione medioevale del mondo. Il risultato e' una sorta di "immaginario medioevale" che ci introduce in un uno mondo lontano e allo stesso tempo conosciuto.

Stephanie Haas ha studiato all'Accademia Artistica Musicale di Stoccarda. Stephanie Haas porta avanti una intensa collaborazione con compositori contemporanei come Violeta Dinescu, Makiko Nishikaze e Voitech Saudek, che scrivono per lei. Ha cantato la prima rappresentazione di Sofia Gubaidulina "Dalle visioni di Hildegard von Bingen". Fu questo il punto di partenza del suo lavoro su Hildegard von Bingen.

Christoph Haas e' cresciuto con la musica classica. Dal 1961 al 1965 ha cantato con gli "Stuttgarter Hymnus" un rinomato coro giovanile. Nel 1966 inizio' a suonare la batteria. Negli anni 80 intensifico' lo studio delle tradizioni del ritmo in Africa, Sud America e India. Ha inciso parecchi CD come percussionista solo e ha effettuato concerti a livello internazionale. Il suo lavoro comprende composizioni per percussioni sole e musica da camera. Con questa registrazione da' vita sonora al legame tra la musica sacra del medioevo europeo, la musica classica araba e indiana.

Barbara Stuehlmeyer (musicologa)

 

Music-samples

Alleluia   (length1:22 min, 1400 kB)
Laetitia (length 0:51 min, 900 kB)
O virga ac diadema   (length 1:05 min, 1160 kB)
O gloriosissimi    (length1:05 min, 853 kB)
Perdito   (length1:00 min, 1058 kB)
O viridissimi virga   (length 0:34 min, 432 kB)
Ave, generosa   (length 0:34 min, 593 kB)

Cover Musica Povera"Musica Povera - Inside the Hollow Cliff"

"Musica Povera -  Inside the Hollow Cliff"

Christoph Haas, percussion and voice

(water drum, tar, bendir, shamans drum, moringa, berimbao, lolongo, cajongas, gungroos, caxixis, buzz stick)

Digi-pack with 16 page booklet

recorded in the "Hollow Cliff", Schwaebische Alb, September 1999

Music-samples:

lolongo Interludes No.4: Sahel Blues ( length 0:40s/470 kB in MP3-format )

Ex-Trance (La Ira Reprise)  ( length 0:50s/580 kB in MP3-format )

Da anni sognavo di fare musica in una grotta. Nell'estate del 1999 questo sogno è stato esaudito: sono stato invitato a tenere un concerto in una elle più belle grotte della Schwäbische Alb. Il "Hohle Fels" (la "Roccia cava") presso Blaubeuren è un'autentica cattedrale scavata nella roccia, alta 25 metri, ampia 6000 metri cubi. Penetrare in questa grotta significa fare ingresso in un altro mondo: all'interno, oscurità e umidità. L'acqua gocciola continuamente giù dalla volta della grotta creando ritmi i più variegati. I ritrovamenti archeologici mostrano che gli uomini vi hanno vissuto per millenni. Qui venivano consumati pasti, celebrati sacrifici, tracciati dipinti alle pareti e tenuti rituali, qui si cantava e si suonavano i tamburi.

Per la preparazione del concerto all'interno della grotta ho scelto strumenti a percussione di cui già disponevano i popoli cacciatori e raccoglitori: tamburi, archi e sonagli.

I tamburi a intelaiatura appartengono agli strumenti musicali più antichi; in epoca preistorica i loro ritmi aiutavano quegli uomini e donne che noi chiamiamo veggenti o sciamani a raggiungere lo stato di coscienza necessario alle pratiche di guarigione e divinazione ( pezzo 5). Nel contesto sciamanico tamburi e sonagli sono i "veicoli" per compiere il viaggio in altre realtà. I rituali delle primi religioni sorsero nella pulsazione del tamburo. Dall'Egitto fino all'Industai, in Anatolia, Grecia, Roma, Creta e Cipro il tamburo veniva suonato per celebrare l'energia vitale della "Grande Madre". La percussione di sacerdotesse e sacerdoti articolava il processo di creazione che unisce l'individuo ai ritmi della communità, della natura e del cosmo. Fra gli strumenti che io suono, il "Tar" è un tamburo diffuso nell'intera cultura islamica, caratterizzato da un suono delicato e ricco di toni armonici superiori; vi è inoltre il "Bendir" marocchino e il "Bodhran" irlandese.

Il tamburo "Moringa" è un vaso di terracotta degli Indios brasiliani. Strumenti similari esistono nella parte orientale della Nigeria ("Udus") e nell'India del Sud ("Ghatam"). Una 10 000 anni fa anche i nostri antenati suonavano la percussione su brocche di terracotta. I popoli nomadici del  Sahel utilizzano come tamburo ad acqua una grande zucca ricolma d'acqua su cui nuota una zucca più piccola. Altrettanto è possibile utilizzare casse di legno: Cajongas.

Nella visione magica del mondo i suoni possono scacciare gli spiriti maligni. Da questa visione mutua il suo nome il "Devil Chaser" (lo "scacciadiavolo") originario delle Filippine - un bastone di bambù fessurato che emette un suono ronzante.

Gli archi sono considerati i primi strumenti a corda dell'umanità. Erano diffusi in quasi tutto il mondo - anche in Europa nel periodo paleolitico - ora vengono suonati in poche regioni dell'America del Sud, dell'africa e dell'Asia. Per ciò che riguarda gli archi a boca, il palato è la cassa di risonanza. Attraverso particolari tecniche i suoni parziali possono essere articolati e amplificati. Io suono il " Lolongo", un arco con una corda di liana, che ho studiato a Burkina Faso, e il "Berimbao" (un arco a corda d'acciaio, che come cassa di risonanza ha una zucca), che proviene dall'Africa del Sud.

 


"Konkolo"

Christoph Haas, percussion and voice

(atabaques, berimbao, berimbao-a-boca, buk, gong, lolongo, udu, talking drum, etc.)

Studio recording, 1993

Music-sample:  Konkolo Part 2 ( length 0:47s/558 kB in MP3-format)

"la musica inventa al silencio"

Stephanie Haas, voice

Christoph Haas, percussion (gong, musical bow, gong, tar, tambura)

Compositions by Hildegard von Bingen, Sofia Gubaidulina, Christoph Haas, Konrad Lechner, Tomas Luzian

Recorded in St. Antonius, Stuttgart, August 1999

Music-samples:
Enigma II   (length 1:06 min, 1214 kB in MP3-format )
Elegie  (length 0:31 min, 532 kB in MP3-format )
Enigma III (length 0:40 min, 773 kB in MP3-format )
Enigma IV (length 1:00 min, 1157 kB in MP3-format )
De Spiritu Sancto - O ignee Spiritus  (length 0:40s/740 kB in MP3-format )